Asta di Antiquariato e Dipinti Antichi - I

Lot N. 39  

Bartolomeo Passerotti
(Bologna, 1529 - Bologna, 1592)

Ritratto di Angelo Suriano in armatura

Technique:
Olio su tela
Dimensions:
cm 128x94

Il dipinto presentato in catalogo, come scritto in lettere capitali in alto a destra <ANGELUS SURIANO>, raffigura questo storico personaggio, documentato come governatore in galea nell'opera di Paolo Paura Dell'Historia vinetiana della guerra di Cipro e in Historia universale dell'origine et imperio de' Turchi: con le guerre... di Francesco Sansovino. Si trattava di un uomo in forza durante un periodo cruciale per la Serenissima e l'intera Europa ossia la fase dello scontro con i Turchi che portò alla vittoria di Lepanto del 1571.  

Suriano era un “sopracomito” (dal latino comes, compagno) locuzione che, in alcune marinerie medioevali e rinascimentali indicava il titolo assegnato al comandante di una galera. Nella marineria veneziana tale ruolo era riservato esclusivamente ad appartenenti alle classi sociali più elevate, essendo segno di considerazione e al tempo stesso trampolino per una brillante carriera nell’alta amministrazione della Repubblica. A Venezia poteva rivestire tale carica solo un rappresentante di una delle cento famiglie inserite nel Libro d’Oro dell’Aristocrazia.


L'opera, già a Parigi in collezione privata, è ascritta nel 1929 da A. Venturi a Paolo Caliari detto il Veronese ( n. 66 c) dal professor Fiocco nelle due monografie del 1928 e del 1934. (Paolo Veronese, Roma 1934, p. 118, tav. 160). Attribuita al Veronese dal professor Remigio Marini nei classici dell'Arte Rizzoli del 1968 (c380). Il professor T. Pignatti lo attribuisce nel 1975 a Veronese (Veronese, Venezia 1976, cat A233, fig. 920). 


Le ultime ricerche confermano l'attribuzione dell'opera al Passerotti e la ascrivono alla produzione degli anni Settanta del XVI secolo.

Accompagna il dipinto l'expertise della dott.ssa Cavicchioli (Dipartimento delle Arti - Complesso di Santa Cristina. Bologna) che attribuisce l'opera al nostro. A medesima conclusione arriva la studiosa ne “Un ritratto di Bartolomeo Passerotti ritrovato”, in “Studi in onore di Stefano Tumidei” editi dalla Fondazione Federico Zeri (23 maggio 2016).

La dott.ssa Cavicchioli ricorda come nella Busta 416- scheda 38528 “Pittura Italiana sec. XVII. Bologna 3” della Fototeca Zeri si conservi un “Ritratto d’uomo in armatura” con un appunto a lapis “Passerotti?” dello studioso stesso.

Ella continua scrivendo che "L’uomo in arme è effigiato seguendo lo schema del ritratto aulico, diventato consueto nella seconda metà del Cinquecento: il taglio inquadra la figura ben al di sotto del busto, accanto a un tavolo coperto di velluto rosso su cui è appoggiato l’elmo. Il personaggio è effigiato di profilo a grandezza naturale in un gesto retorico dal significato preciso e codificato nella pittura del secondo Cinquecento, quasi a ricordare l’esordio di un discorso, un appello all’attenzione che implica di per sé la presenza di un interlocutore."

Sulla raffigurazione “in moto” il Malvasia nella sua opera del 1687 “Felsinea pittrice. Vite de pittori bolognesi”, quando scrive della biografia del Passerotti  e cogliendo  la qualità più originale dei suoi ritratti ricorda come “…a ciascuno insomma di essi adattando quell’azione e quel gesto che fu più particolare, e frequente alla natura, et al genio di quel soggetto; e in tal guisa non figurandoli fermi, ed insensati, ma in azione et in moto..”.


Sull'opera è stato operato intervento di pulitura e rintelaiatura dalla ditta Barbieri Carlo di Modena. Disponibili fotografie ante restauro. 



Importante cornice di gusto cinquecentesco in legno intagliato e dorato, con ampia fascia centrale decorata da elementi conformati a guisa di scudo antico racchiusi internamente da una bordura costituita da foglie d'acanto ed esternamente, con elementi a dentelli sagomati in rilievo.


Immagini ad alta risoluzione disponibili su richiesta.


€ 100.000,00 / 140.000,00
Estimate
€ 70.000,00
Starting price