Lot N. 304  

Manoscritto in pergamena Marchese Cesare Michele Angelo d'Avalos

1717
Don Cesar Michaele Angelus Avalos d'Aragona Marchio Vasti et Piscariae Princeps

A tutti e ai singoli regi doganieri... custodi, ,,, scafari e a qualunque delegato alle leggi, esattori che si trovano nel Regno, presenti e da nominare e quelli che custodiscono i ponti e ai loro sostituti presenti e futuri... abitanti nell'inclita e fedelissima città di Napoli, con regia decretazione.. la prefata Maestà si degni farli immuni, franchi, liberi, ed esenti dai passi, dogane e qualsiasi altra tabella per tutto il Regno... per le robe e mercanzie che portano e venderanno intendendosi detta franchigia si sia osservata anche nella terra dei baroni come è osservata ai Capuani, e Liparoti, … come fu fatto in Napoli l'11 dicembre 1715.

Visti gli atti... militem Antonio Petrone [seguono altri nomi] … sono esenti da qualunque dogana, gabella dazio ecc...

Dato in Napoli dalla Regia Camera della Sommaria il giorno 11 dicembre 1717.

Firma illeggibile.

Pezzo di carta a forma di rombo ad uso di bollo.

Si rilevano alcuni strappi, pieghe e segni d'usura
I d’Avalos, originari della Spagna, vennero in Italia al seguito di Alfonso I d’Aragona. Si distinsero per valore militare, capacità diplomatica e fedeltà alla Corona, qualità che li portarono a rivestire sempre una posizione preminente nella politica italiana ed europea dell’epoca. Un esempio dello stretto legame che li univa alla Corona fu l’affidamento della carica di Gran Camerario o Camerlengo (Presidente della Camera della Sommaria), carica che fu detenuta ininterrottamente per due secoli dalla famiglia nonostante il succedersi sul trono di varie dinastie. In questa veste Don Cesare Michele Angelo d'Avalos interviene nel richiamato documento.
Nel 1714, Cesare Michelangelo d’Avalos, per l’appoggio dato alla casa d’Austria nella guerra di successione al trono di Napoli contro Filippo V di Spagna, ebbe conferito da Carlo d’Austria, divenuto re con il nome di Carlo III, il titolo di Principe del Sacro Romano Impero. Oltre al titolo gli fu riconosciuto anche il diritto di battere moneta.

€ 200,00
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